Avvertenze: la lettura di questo articolo è fortemente sconsigliata ai puristi dello Yoga, che probabilmente guardano con orrore qualsiasi pratica si permetta di integrare nuove discipline a un’arte e una scienza millenaria, scombinandone ritmi, sequenze e assetto. Detto ciò, spesso è inevitabile che per avvicinare il pubblico a qualcosa che il pubblico stesso ritiene, per svariati motivi, ostico, qualche piccola modifica è necessaria. Il luogo comune da sfatare, nel caso specifico, è che lo Yoga sia noioso, lento e – a fronte di una richiesta di tempo non trascurabile – poco efficace nella modellazione del corpo. E qui, il purista di cui sopra potrebbe giustamente obiettare che se questo è quello che pensi dello Yoga, forse hai sbagliato palestra. Giustissimo. Però, è anche vero che in quest’epoca di ricerca del benessere, vale tutto. E quindi, anche rompere gli schemi sacri delle Asana è lecito, se il risultato è quello di ampliare la platea di persone interessate a stare bene.
Yoga has the power
Inventato ovviamente negli Stati Uniti, dove quello del corpo è un culto, il Power Yoga si basa fondamentalmente sull’aumento della fluidità delle posizioni, che vengono eseguite con maggiore velocità e ritmo. Il tutto si traduce in una efficacia superiore, in termini di grassi e calorie bruciate. In questo caso, ai principi tradizionali dell’Ashtanga Vinyasa Yoga e del Pranayama si affiancano quelli del fitness, dando vita a una disciplina mista che privilegia la varietà e la creatività degli esercizi, differenziandola da altre varianti comunque dinamiche ma basate sulla costante ripetizione delle medesime sequenze. La seduta dura in media un’ora ed è altamente consigliata una frequenza di almeno 2 o 3 sedute a settimana.
I wanna ride my yoga
Ideale per gli appassionati delle due ruote, lo Yoga-bike o Bike-Yoga è una disciplina che, come si può facilmente intuire, tenta di bilanciare gli esercizi e la voglia di saltare sul sellino, arrivando persino a considerare la bicicletta come una sorta di tappetino. Le posizioni, che possono essere eseguite anche in attesa del semaforo verde, tendono a rimanere nell’ambito dello stretching, mentre il mantra del ciclista rimanda a termini che rientrano nel campo semantico di pedali e manubrio. Chi lo ha provato sostiene che aumenti la fiducia in se stessi, l’attenzione e l’armonia col mezzo.
Lo Yoga fa fitness
Intesa come una variante che mira ad ottenere un bell’aspetto, passando attraverso le vette e le profondità dell’essere, lo Yoga-Fit combina respiro, meditazione, musica ed esercizi isometrici, basati sulla contrazione muscolare omogenea, che mira a un risultato estetico armonico. Pettorali, braccia, gambe, addominali e glutei sono i principali beneficiari di una pratica dinamica e potenziante senza l’utilizzo degli attrezzi.
Woga! Woga!
Dalla California, dove l’acqua e la fantasia di certo non mancano, il Woga è una disciplina che consente di unire lo Yoga e i vantaggi di una pratica in piscina. Perfetto come variante dell’Hatha Yoga, il Woga annulla o quasi il carico articolare, consente di assumere e mantenere più a lungo Asana impossibili a terra e pare che riporti a galla – è proprio il caso di dirlo – il ricordo dei 9 mesi trascorsi nell’utero materno. Inoltre, i suoni attenuati dell’ambiente acquatico creano l’atmosfera ideale per rilassarsi e concentrarsi sui muscoli.
Pilates, io sono tuo padre…
Ultimo ma non ultimo, per chi davvero vuole mettere un’antica e pacifica disciplina nei panni di un allenamento da battaglio, il Piloga (o Yogalates) mira alla modellazione del corpo, attraverso una combinazione delle posizioni dello Yoga e gli esercizi del Pilates (che, peraltro, dai principi dello Yoga deriva). Rilassamento e tonificazione si alternano sistematicamente, nell’arco di una lezione della durata media di un’ora.