Lo si intravede già da lontano, quando – ormai arrivati a destinazione – si accosta la macchina in uno spiazzo per stiracchiarsi e prendere confidenza con un paesaggio a cui chi vive in città si è disabituato ma che chi abita da queste parti conosce perfettamente. E, proprio perché ne comprende il valore, lo cura con un amore e una dedizione tipici di chi ha il cuore nella terra. Tra i campi e le vigne, con le colline che sembrano scivoli verdi, Borgo San Felice tiene fede al proprio nome e ti sorride – come qualcuno che ti sta aspettando – e ti fa cenno, anche a grande distanza, per dirti di non fermarti proprio ora, di proseguire, perché il meglio deve ancora venire.
La storia a forma di borgo
È una macchia bruna nell’ordinata scala di verdi del Chianti Classico. Un piccolo borgo che, per gli scherzi della prospettiva, sembra sempre più raccolto di quello che è, svelando metro dopo metro, un ventaglio di sorprese che si apre, mano a mano che ci si avvicina. È proprio così: si apre. O, più correttamente, si diffonde, visto che la definizione esatta di Borgo San Felice – unico Relais & Chateaux 5 stelle lusso della zona – è quella di albergo diffuso, frutto di anni di restauro conservativo, volto a valorizzare il borgo medievale originario, inseguendo l’ideale di un modello di sviluppo improntato all’eccellenza e alla sostenibilità. Ogni pietra di questo luogo, immerso in una natura spettacolare, trasuda passione, cultura e rispetto per una storia che affonda le radici addirittura nell’epoca etrusca e che ha assistito da testimone e da protagonista alle lotte tra Firenze e Siena. Di tutto questo, oggi si sente solo una vaga eco, quella sensazione di penetrare in un universo che ne contiene altri, appartenenti a un tempo passato ma mai completamente dimenticato.
Il vino sulla pelle
Ma la chiave di tutto è il continuo senso di sorpresa, che si manifesta tanto durante una passeggiata per le vie di quello che è a tutti gli effetti un piccolo borgo, quanto nel momento in cui si attraversa la porta d’ingresso. E il culmine del gioco di contrasti che si diverte a lasciarti a bocca aperta è senza dubbio il Centro Benessere, nel cuore del complesso, che improvvisamente svela un’ampia sala minimalista ed essenziale, con volte a botte del 1800 e un’ampia zona relax, ricavata da quello che prima era il vecchio frantoio. In questo contesto, con encomiabile coerenza, la vinoterapia è da sempre la cifra stilistica di un’offerta che si distingue per l’unicità dei prodotti con cui viene praticata. Dal 2016, la linea di nicchia “Antologia” del Dottor Gian Maria Amatori è diventata la firma dei trattamenti di Borgo San Felice, secondo un concetto all’incrocio tra naturalità e innovazione che rispecchia l’idea di benessere della struttura. Parliamo di un processo di trasformazione della materia prima che avviene direttamente in cantina, al momento della vendemmia, e di una lavorazione finale in laboratori dotati di apparecchiature che energizzano l’acqua eliminando le correnti elettromagnetiche. Tutte cose che forse noi comuni mortali non possiamo comprendere a fondo, fino a che non ne sentiamo i benefici sulla nostra pelle.
E qui, di benefici, ce ne sono a bizzeffe. Per farsene un’idea, basta rompere gli indugi e approfittare del Pacchetto Benessere – costituito da un massaggio, un trattamento viso e uno corpo da scegliere a piacere nella gamma delle proposte – che offre una visione generale delle offerte e lascia ampia libertà di composizione. E nonostante anche i clienti esterni abbiano accesso alla zona wellness, gli spazi sono talmente ampi, che basta immaginare di essere soli, per esserlo davvero.
Tour di sapori
Aggirarsi per le piccole strade che lambiscono i muri perimetrali degli edifici è come prepararsi a entrare, a ogni svolta, dentro un’epoca tornata improvvisamente a recuperare qualcosa che aveva dimenticato o dentro una natura che si ferma giusto un attimo prima di trasformarsi nel borgo stesso. Nelle ore di pranzo e cena, a queste suggestioni di spazio e tempo, si aggiungono quelle evocate dai profumi che ti prendono sottobraccio e ti guidano verso uno dei due ristoranti, entrambi fondati sul culto degli ingredienti di primissima qualità e delle verdure raccolte direttamente dall’Orto di San Felice. Se a Il Poggio Rosso, lo Chef Borraccino propone la sua cucina gourmet, ispirata alla tradizione toscana, di questa tradizione, l’Osteria del Grigio propone i piatti più semplici e autentici.
È una scelta che elimina anche solo l’ipotesi dell’errore.
In gita…ma anche no.
Allontanandosi da questo piccolo gioiello medievale, il cui fascino è stato esaltato da una ristrutturazione che ne ha forse addirittura rafforzato la magia, si possono seguire le impronte idealmente lasciate sulle colline dai contadini al lavoro tra le vigne, che si estendono per ettari e definiscono l’identità del Chianti Classico, descrivendo una linea naturale che unisce il centro del borgo a quello di Siena ma anche a quelli dei tanti paesi circostanti. Oltre alla città del Palio – che i più allenati possono raggiungere anche in bicicletta, mezzo privilegiato per escursioni nei dintorni – chi ama l’arte e le sue espressioni toscane può raggiungere facilmente Arezzo o deliziose mete, come San Gimignano e Pienza. Ma è fuori di dubbio che molti giungano qui in cerca di pace e tranquillità e preferiscano dimenticarsi del mondo, per indugiare volentieri in piscina o nei vari giardini fioriti all’interno del Borgo, lasciandosi tentare delle degustazioni guidate dei vini nella Cantina, che tanti premi e riconoscimenti internazionali hanno ricevuto negli anni.
HOTEL BORGO SAN FELICE
A conti fatti, il vero mistero è come le persone possano tornare alla regola dopo aver scoperto l’eccezione. Perché l’autenticità e l’accoglienza di questo Borgo, immerso in qualcosa di talmente vero da sembrare quasi dipinto, riescono a trasformare una vacanza in un’esperienza unica. Ma è un “unico” che si può replicare all’infinito, se solo lo si vuole. E come si fa a non desiderare qualcosa di unico… Un dilemma da cui è dolce lasciarsi consumare.
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