Che la connessione sia importante lo si sapeva anche prima che internet monopolizzasse il termine, creando novelli rabdomanti del segnale e sostituendo all’acqua il 3 e il 4G, con il risultato di una lobotomizzazione generale plasticamente rappresentata da schiere di uomini e donne apparentemente diretti verso il nulla, con lo smartphone sollevato come un retino per le farfalle.
Tra i tanti accessori di serie, il nostro corpo e quello di molti animali, per esempio, è dotato di quel tessuto tecnicamente chiamato connettivo, che fornisce supporto strutturale e metabolico agli altri tessuti e funziona un po’ come una memoria di traumi ossei o articolari e sofferenze organiche. Proprio per questo motivo, agendo manualmente sugli strati cutanei attraverso frizioni e pressioni è possibile riequilibrare lo stato degli organi e dare respiro alle articolazioni.
Una questione di riflesso
Lo scopo del massaggio connettivale è proprio quello di porre rimedio alle infiammazioni dei muscoli dovute all’accumulazione delle tossine, interagendo con gli strati profondi dei tessuti muscolari. Poiché si pone come obiettivo quello di innescare un’azione riflessa, dagli strati profondi della pelle fino al muscolo o all’organo sofferente, il massaggio connettivale si arricchisce del titolo di riflessogeno.
A sentirla spiegare così, la cosa può sembrare un po’ brutale e complicata ma la realtà è tutt’altra. Praticata da un massaggiatore esperto, la seduta inizia con la palpazione della schiena, necessaria per individuare le alterazioni del tessuto cutaneo, e mira a regalare uno stato di rilassamento totale che richiede un po’ di tempo.
Se non usi le dita…
Dalla schiena alle altre parti del corpo, il massaggio connettivale non utilizza tutta la mano ma solo le dita, impegnate in una serie di manovre note coi nomi di cutanea – dedicata alla trazione della cute tra indice, medio e anulare – della fascia – con azione incidente – e sottocutanea, caratterizzata da un movimento di scollamento. Questo tipo di massaggio è particolarmente indicato per porre rimedio a dolori da contratture, cattiva postura, disturbi del tessuto connettivo e a inestetismi come le smagliature, la cellulite, il rilassamento cutaneo, cicatrici e aderenze dovute a problematiche relative all’età o a interventi chirurgici.
L’automassaggio al viso contro le rughe
Sembra tutto tremendamente tecnico. E un po’ è vero. Ma, in quella declinazione del massaggio connettivale che si concentra sul viso, l’operazione può essere eseguita perfino in autonomia, dando a chi si vuole cimentare nella pratica le chiavi di un’efficace lotta all’invecchiamento della pelle. Se vai in palestra, sai bene che i risultati si ottengono con la costanza dell’allenamento. E questo vale anche per il massaggio connettivale applicato alla faccia, che può essere concepito come una sorta di ginnastica effettuata allo scopo di mantenere la luminosità e posticipare al più tardi possibile l’inevitabile appuntamento con le rughe.
Pochi minuti di piccoli e lievi impastamenti e pizzicotti (i termini tecnici li lasciamo a chi è del mestiere) la sera e la mattina, stimolano le cellule di grasso sottocutaneo, riempiendo i contorni del viso, mentre i movimenti di “lisciaggio” piallano le infingarde pieghe della fronte…