È abbastanza buffo pensare che uno dei rituali più rilassanti del mondo – del mondo, amico, hai capito bene – abbia la propria origine in una delle situazioni che l’Occidente è riuscito a trasformare in un momento di puro delirio, archetipo dello stress, detto anche l’inizio della fine o la prima occasione utile per urlare a se stessi “ma cosa sto facendo?”. Esatto, la fase della preparazione al matrimonio. Nello specifico, il complesso di torture medievali alle quali la futura sposa si sottopone per arrivare all’altare con un aspetto quasi irriconoscibile che alla fine ha lo scopo di mascherare i primi sintomi di un esaurimento nervoso. A meno che non si prenda la faccenda con la dovuta calma.
Il rituale berbero
Il rituale berbero dimostra invece come le donne marocchine – ai cui usi questa pratica si ispira – la sapessero lunga già tremila anni fa, approfittando della vigilia del matrimonio per recarsi all’Hammam e abbandonarsi a un’estatica esperienza di cure di bellezza. Il rituale – che richiama l’atmosfera, la scenografia e gli aromi orientali – si compone di varie fasi, che mirano a purificare, detossinare, pulire a fondo, ammorbidire il corpo, i viso e i capelli.
Si comincia con un ingresso trionfale nell’hammam, dove il silenzio -interrotto dalle sonorità ipnotiche dell’Oud – il vapore e la luce fioca delle candele sembrano disegnare un percorso verso un mondo lontano e perso nell’universo dei sogni. La permanenza alternata in un ambiente tiepido e in quello caldo e umido del calidarium a 43 gradi centigradi prepara il corpo e la pelle alla pratica del cosiddetto Gommage Royale, esfoliazione attuata attraverso l’utilizzo del kessa, guanto nero ruvido che consente di eliminare le cellule morte. Sorseggiando un thè verde alla menta, ci si prepara all’impacco regale, mix di polvere di hennè, zollette di ghassoul, boccioli di rosa, fiori di lavanda, acqua di rosa, olio d’Argan e polvere di rosso di Fez, che viene applicato su tutto il corpo, avvolto da un trionfo di profumi tra i quali spicca quello dell’olio di Argan, elisir di giovinezza ricavato dal cuore delle mandorle di Argania Spinosa, ricchissimo di vitamina E e antiossidante naturale, progenitore di tutti i ritrovati cosmetici dall’effetto idratante e anti-age, che ripristina il film idrolipidico della pelle e aumenta gli apporti nutritivi a livello cellulare.
Il massaggio continuo
Potrebbe bastare così. E invece è solo l’inizio, perché proprio qui comincia il massaggio berbero, che dura circa un’ora e viene praticato da una o due persone allo stesso tempo, con una manualità lenta, precisa e definita, in cui tutti i movimenti sono finalizzati a un rilassamento profondo. Il contatto continuo delle mani sulla pelle favorisce il rilassamento della persona, che può abbandonarsi completamente.
La depilazione rituale
Potrebbe bastare così. E invece, per non lasciare nulla al caso – e, diciamolo, per prolungare il più possibile un momento che sarebbe bello non finisse mai – i più audaci e le più accanite fan della pelle liscia possono chiudere in bellezza con l’ormai leggendaria depilazione con rito berbero, più costosa di quella tradizionale ma anche decisamente più distensiva. Preceduta da un peeling e seguita da un massaggio, la pratica berbera prevede una ceretta a base di ingredienti naturali come zucchero, acqua e limone. E si avvale di un elemento segreto e rarissimo, che forse dovremmo tutti imparare a recuperare per stare più sereni: il tempo.
Nella maggior parte delle SPA e dei centri benessere che lo praticano, il rituale berbero viene proposto a una cifra che può variare tra i 60 e i 120 euro.